Il Gelsomino e le sue leggende
Il nome "gelsomino" deriva dall'arabo Yasamin. Un fiore delicato, dai colori chiari e rassicuranti, celebre per il suo profumo intenso che evoca sensazioni positive. Il gelsomino è una pianta originaria del Medio Oriente e del Sudamerica, appartenente dalla famiglia delle Apocynaceae. Dalla fioritura prevista verso la fine di maggio e l’inizio di giugno, può presentare vari colori, tutti tenui come il bianco, la variante più conosciuta, il rosa chiaro o anche il giallo.
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Si tratta di un fiore molto apprezzato anche nell’antichità , e a testimonianza di questo c’è il fatto che ne sono stati ritrovati alcuni frammenti sulla mummia di un faraone egiziano. L’olio di gelsomino era molto utilizzato dai persiani, che credevano fermamente nelle sue proprietà terapeutiche, oltre al fatto che in alcuni paesi arabi si crede che il paradiso abbia il suo profumo..
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In Asia Minore il fiore di gelsomino viene usato come amuleto protettivo.
In India, il Dio dell'amore, Kama, per risvegliare l'amore negli umani ha lanciato frecce di fiori di gelsomino.Â
Al gelsomino sono legate diverse leggende..Â
Una leggenda di origine araba, che riguarda questo fiore così delicato, vede come protagonista Kitza, la madre di tutte le stelle. Kitza era impegnata a realizzare degli abiti per tutte le stelle sue figlie per non farle ammalare ma mentre era all’opera tre stelline capricciose andarono da lei lamentandosi del fatto che le vesti che lei aveva cucito per loro erano troppo povere. Kitza cercò di calmarle, continuando a cucire abiti per tutte le altre stelle, ma loro proseguirono il piagnucolio. In quel momento sopraggiunse Micar, il Re degli Spazi, e sentendo le tre stelline rimase talmente sdegnato dal motivo delle loro lamentele che le cacciò dal cielo strappando le loro vesti e gettandole nel fango sulla Terra. Kitza soffriva terribilmente per l’accaduto, e temeva che gli uomini avrebbero calpestato le sue figlie facendo loro del male. Della sua angoscia venne a conoscenza Bersto, la signora dei giardini. Colpita dal suo dolore, Bersto decise di trasformare quelle tre stelline in stelle di terra. Così nacquero i gelsomini.
Un’altra leggenda sulla diffusione del gelsomino riguarda Cosimo de’ Medici, il quale, si dice, fu il primo italiano ad averne degli esemplari nel suo grande giardino. Si narra che si innamorò talmente tanto del candido fiore profumato che, decise di voler esserne il possessore esclusivo, proibendo a tutti i suoi giardinieri di portar via dal suo giardino persino i ramoscelli recisi. Tale ordine fu eseguito per molti anni, fin quando un giovane giardiniere volle regalarne un rametto profumato alla sua fidanzata, nel giorno del suo onomastico. La giovane apprezzò moltissimo il dono e per tentare di preservarlo il più a lungo possibile interrò il rametto nel suo orto. Con suo grande stupore il rametto non si avvizzì e rimase verde germogliando e rifiorendo la primavera seguente. La ragazza continuò a curare la pianta che così divenne forte e robusta, tanto da consentirne la riproduzione.
La gente osservando la splendida pianta iniziò a richiederla alla ragazza, facendo la fortuna sua e del suo sposo. La storia vuole che da quel rametto di gelsomino, trafugato dalla residenza dei Medici, nacquero quasi tutte le piante di gelsomino presenti in Italia. Da allora in Toscana la tradizione vuole che le spose aggiungano un rametto di gelsomino al bouquet di nozze, in memoria della fortuna della ragazza vissuta al tempo dei Medici e come segno di buona fortuna e prosperità .
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